ARTHUR SCHOPENHAUER
Olio su compensato, 100x140cm
22 febbraio 1788 a Danzica (Prussia)
21 settembre 1860 Città libera di Francoforte
Influenzato da: Kant – Hegel – Platone
Seguaci: Freud – Einstein – Jung
Pensiero: Il pensiero di Schopenhauer anticipa motivi della più ampia filosofia della vita originatasi nel primo romanticismo tedesco, in polemica con il positivismo e con la corrente dell’Idealismo accademico, trionfante nel XIX secolo, di Fichte, Schelling ed Hegel, “I tre ciarlatani” come li definisce il filosofo tedesco, ai quali si contrappone un diverso idealismo, a cui dichiarava espressamente di appartenere come filosofo.
“La vera filosofia deve in ogni caso essere idealista: anzi deve esserlo, se vuole semplicemente essere onesta. Perché niente è più certo, che nessuno può mai uscire da se stesso, per identificarsi immediatamente con la cosa distinta da lui: bensì tutto ciò che egli conosce con sicurezza, cioè immediatamente, si trova dentro la sua coscienza. Se la coscienza è data immediatamente, perciò il fondamento della filosofia è limitato ai fatti della coscienza: ossia essa è essenzialmente idealista”
Influenze
Platone: nella teoria delle “idee”
Kant: Schopenhauer riprende i termini del problema kantiano: il rapporto tra le cose come ci appaiono (fenomeno) e la cosa in sè (noumeno). Le cose come ci appaiono danno vita alla scienza, regolando un mondo oggettivo ma non vero, perché offuscato dal “volo di Maya”, ossia un volo che impedisce di percepire la realtà. La cosa in sè (il noumeno) è, a differenza di quanto diceva Kant, conoscibile, e consiste nella volontà di vivere, presente in ogni cosa dell’universo.
Illuminismo: soprattutto Voltaire
Romanticismo: riprende alcuni temi: l’irrazionalismo, il dolore, l’importanza (catarchica) dell’arte e della musica. Richard Wagner in particolare modificó la sua concezione di musica dopo aver letto “Il mondo come volontà e rappresentazione”, specie nel testo da “L’anello del Nibelungo” (cessazione della volontà di vivere che accompagna il personaggio Wotan), nel Parsifal e nel “Tristano e Isotta”.
Spiritualità indiana