S-CULTURA
Mostra di pittura e scultura a cura di Gianfranco Ferlisi // produzione recente
In collaborazione con Provincia di Mantova, Terre di Mantova e Sistema dei Musei Mantovani
VERNISSAGE: Sabato 14 Febbraio, ore 17.00
Casa del Mantegna – via Acerbi 47, Mantova
APERTURA AL PUBBLICO
15 Febbraio | 19 Aprile 2015
Da martedì a domenica – Mattino: 10 – 12.30 Pomeriggio: Mercoledì / giovedì 15 – 17 Sabato / domenica 15 – 18
Ingresso libero
PER INFORMAZIONI ED INCONTRI CON L’ARTISTA
Casa del Mantegna tel. 0376 360506
cell. 339 9713901 – www.mariopavesi.it
staffpavesi@gmail.com
La mostra dedicata a Mario Pavesi (Guastalla, 1945), allestita alla Casa del Mantegna, approfondisce e mette a fuoco un segmento dell’indagine sul territorio mantovano o ad esso prossimo.
Come sottolinea Francesca Zaltieri, Mario Pavesi è uno scultore umanista, che insegue una essenzialità immediata, totalizzante, sospesa tra sottile simbolismo e naturalismo, nel senso di riflessione sulla natura, di ricostruzione di apparenze e di suggestioni disperse che lo scultore raccoglie. Ed è per questo che nelle sue opere sono condensate una serie di passioni umane, spesso mescolate tra loro, dallo stupore e dalla meraviglia, che possono sfumare in teatralità di gesti ed in oratoria narrativa, che nascono, senza sforzo, senza contraddizione della materia e dalla sua sapiente elaborazione, che diventano racconto, intuizione, compassione e compartecipazione, fino alla immedesimazione da parte dell’occhio e dell’animo di chi guarda. Non si tratta mai di un vedere statico, ma dinamico: bisogna muoversi intorno alle sculture, anche qui secondo la tradizione, affinché il nostro mutar di visione si incontri o si scontri con il movimento interno della scultura, creando e ricreando ritmi che fanno scaturire una musica segreta, interiore alle forme stesse e al mutare dell’aria tra noi e le opere. Pavesi rende esterna, visibile e grave di materia la sua ricerca interiore, il suo sentire, dà corpo al silenzio della sua creazione, senza big bang: le sue sculture nascono da una interiorità ma nel mostrarsi, nel prendere forma, con altrettanta concretezza, cercano un interlocutore per comunicare. Non sono un’operazione solipsistica, ma l’inizio di un dialogo, che l’opera è destinata a continuare nel tempo, per sempre, dicendo anche dello scultore che l’ha modellata, del suo mondo, della sua fatica, perchè l’arte è insieme sofferenza e fatica. Anche la scultura ha un corpo ed una pelle, che nelle opere in bronzo, è data dalla patinatura, che nelle opere di Pavesi è quanto mai accurata e scelta in sintonia con la forma dell’opera che acquista così una lucentezza ed una dolcezza classica che attenua caso mai la violenza delle contorsioni delle figure o le loro mutilazioni, i loro sforzi al limite dell’umano o accentua la dolcezza di sospensioni, come il La Quiete un’opera raccolta in sè che ha l’eleganza di Brancusi, nell’avvolgersi su se stessa, oppure il senso di affaticata torsione di Strappo Generazionale ed il limpido erotismo di Fuoco Sacro, una specie di «sagra della primavera» di eterna giovinezza.
Catalogo edito da Augusto Tota Editore
con testi di Francesca Zaltieri, Gianfranco Ferlisi, Marzio Dall’Acqua, Vittorio Sgarbi