PAPAVERI E GRANO
Olio su tavola, 135x93cm
Il frumento ha le sue origini in una zona localizzata tra il Mar Mediterraneo,Mar Nero e Mar Caspio.
Il termine “grano” è sinonimo di triturato e deriva dal latino, così come “frumento”, che significa fruire, godere.
Il cereale è la fusione di tre piante in una, due graminacee è una erbacea.
Il frumento è un dono universale, fondamentale per l’alimentazione dell’uomo, conosciuto già nella preistoria.
A Jarno, in Iraq,in un deposito neolitico risalente a 6700 anni fa, sono stati ritrovati granì di frumento selvatico. La coltivazione del frumento è stata messa a punto in Egitto, nelle terre rese fertili dal Nilo.La mitologia classica ha sempre esaltato l’alimento, che veniva considerato basilare per l’alimentazione e la CULTURA.
Demetra, dea greca della terra e della fertilità, veniva descritta dai poeti con una folta capigliatura fatta di messi bionde.
Il Papavero è una pianta originaria della Turchia e cresce spontaneamente nei campi di frumento, segale, avena, orzo e farro.
Oggi il papavero viene spesso usato in cucina per decorare insalate e fare degli infusi.
Secondo gli antichi greci, il papavero era il simbolo dell’oblio e del sonno perché lo stesso Morfeo viene rappresentato con un mazzo di papaveri in mano. Ma il papavero è anche il simbolo della consolazione che Demetra ritrova, dopo la partenza negli inferi della figlia. Infatti un giorno del mese di giugno, Proserpina, la bellissima figlia di Giove e della dea della Terra Demetra, mentre coglieva fiori in un prato in Sicilia, fu rapita da Plutone, Dio degli inferi che volle farla sua sposa. Quando la madre di Proserpina, Demetra, venne a sapere che la figlia avrebbe trascorso il resto dell’esistenza nel mondo sotterraneo su cui regnava Plutone, si disperò e corse a chiedere a Giove di intervenire. Giove, tuttavia, non fece nulla,anzi tentò di convincere Demetra della felice sorte che aveva avuto la loro figlia, divenuta regina.
Ma Demetra non si lasciò lusingare e, presa dal suo dolore, cessò di occuparsi della terra, tanto che presto ogni cosa avvizzì. Giove, allora, cominciò a temere per la vita delle creature e prego’ Demetra di tornare a compiere il suo dovere. In cambio avrebbe convinto Plutone a lasciare tornare sulla Terra Proserpina per almeno sei mesi l’anno. Così’ fu e quando a primavera Proserpina tornò alla luce del sole, i prati si coprirono di erbe e di fiori e tra le spighe di grano sbocciarono i papaveri, il cui caldo calore doveva ricordare a Proserpina la passione dello sposo che l’aspettava.