FUSIONE A CERA PERSA
COME SI REALIZZA UN’OPERA IN BRONZO
Il Prof. Pavesi per tutte le sue opere ha scelto di utilizzare la tecnica della “fusione a cera persa”, un antico metodo di fusione utilizzato già nel 400 a.C., con i quale si sono realizzati anche i Bronzi di Riace.
TUTTI I PASSAGGI CHE PORTANO ALLA FUSIONE
Per comodità descrittiva, immagineremo di voler realizzare la fusione di una testa.
1° PASSAGGIO
Si modella l’opera in argilla della grandezza che si desidera ottenere, servendosi generalmente di un’armatura interna di metallo per la realizzazione delle opere di medie e grandi dimensioni.
2° PASSAGGIO
Quando l’opera è ancora umida, si procede nel sezionarla tramite l’utilizzo di apposite spatole in lamiera. Nel caso di una testa, si inseriscono le spatole in senso circolare, partendo dalla sommità, in modo da dividerla in due parti: una anteriore ed una posteriore.
3° PASSAGGIO
Facendo attenzione nel non lasciare nessuna parte scoperta, l’intero capo viene ricoperto da un primo strato di gesso molto liquido, dopo di che si continua ad inspessire lo strato di gesso con un’amalgama più compatta, fino a raggiungere uno strato di 2/3 centimetri.
Quando il gesso si sarà indurito, rimuovendo le spatole inserite precedentemente nell’argilla, si crea un’intercapedine nel gesso che permette di essere separato nelle due parti, anteriore e posteriore.
4° PASSAGGIO
Abbiamo quindi realizzato due stampi negativi della testa: anteriore e posteriore. Si procede quindi alla pulizia dello stampo e alla lubrificazione interna per mezzo di un liquido distaccante, dentro il quale verrà nuovamente versato una malta liquida di gesso.
5° PASSAGGIO
Grazie al distaccante, sarà possibile togliere dallo stampo una forma positiva in gesso (ne avremo due, quella anteriore e quella posteriore, che se unite torneranno ad avere le dimensioni originali che avevamo ottenuto con l’argilla). A questo punto del procedimento, è possibile correggere le imperfezioni dovute dai vari calchi e ricalchi in gesso, avvicinandosi sempre più ai processi di fusione.
6° PASSAGGIO
Abbiamo ora nelle nostre mani due stampi positivi della nostra testa. Si utilizza un nuovo distaccante e si procede nel realizzare due nuovi stampi negativi; questa volta, invece del gesso, verranno realizzati con uno speciale silicone.
7° PASSAGGIO
Dopo aver ripulito e lubrificato gli stampi negativi in silicone, per la seconda volta al loro interno viene versata della cera liquida ed anch’essa, come il gesso in precedenza, una volta solidificata formerà i due positivi della nostra testa.
8° PASSAGGIO
Le due parti in cera verrano unite, riscaldandone delicatamente i bordi interni, avendo provveduto prima a riempire la loro parte cava di materiale refrattario. La nostra testa è quindi formata esternamente di cera e internamente colma di materiale refrattario per alte temperature.
Si procede con il metodo del gesso, ricoprendo l’opera con un primo strato molto liquido dello stesso materiale interno, fino ad inspessire lo strato delle dimensioni necessarie (può variare di molto a secondo dell’opera).
9° PASSAGGIO
E’ stato realizzato un grosso blocco di cemento, all’interno la nostra testa in cera. Il blocco verrà messo in un forno ad una temperatura media, affinchè progressivamente il materiale refrattario solidifichi. Si procede quindi ad alzare la temperatura del forno, fino a raggiungere una temperatura tale da far sciogliere la cera che si trova all’interno.
10° PASSAGGIO
Non potendo dare conto di ogni minimo dettaglio, il lettore s’immagini che il blocco sia provvisto di un foro di entrata ed uno di uscita, in corrispondenza dell’opera che si trova all’interno.
Una volta che tutta la cera sarà uscita dal blocco, rimarrà un intercapedine che possiede l’esatta forma della nostra opera. Si chiude il foro di uscita e si versa dal foro di entrata una quantità abbondante di bronzo liquido per riempire completamente l’intercapedine.
11° PASSAGGIO
Con l’utilizzo controllato delle temperature del forno, il blocco viene progressivamente raffreddato per poi procede alla sua rottura.
Successivamente si estrae l’opera formatasi per solidificazione del bronzo all’interno dell’intercapedine. Si procede quindi a levigatura e lucidatura finale.
LA PATINATURA
Al termine del processo di fusione, l’opera risulterà lucida e del colore dorato tipico del bronzo; sull’opera ora è possibile intervenire attraverso le patinature.
La patinaura non è un processo di pittura, ma può ugualmente conferire all’opera diverse colorazioni; la tecnica utilizzata dal Prof. Pavesi risale ad antiche conoscenze e necessita di notevole abilità.
Dopo la lucidatura finale (o dopo l’assemblaggio di parti tramite saldatura per le opere di grandi dimensioni), l’opera viene riscaldata con l’utilizzo di una fiamma e portata ad una temperatura di 400° C. A questa temperatura le molecole del bronzo si dilatano ed assorbono gli ossidi minerali che vengono strofinati sulla scultura, trattenendo le loro diverse colorazioni.
Questo processo di patinatura rimane il metodo migliore, perchè invece di ricoprire di colore l’opera, il materiale stesso si pigmenta come fosse ancora allo stato liquido, ottenendo incredibili sfumature che esprimeranno per sempre la bellezza dei minerali utilizzati.
a cura di Staff Pavesi